Exhibition: The Encyclopedia of Kurt Caviezel
Opening: 12.05.2015 ore 19
L’artista è presente.
Mostra: 13.05. – 20.06.2015
A cura di: Nicoló Degiorgis
Per quindici anni Kurt Caviezel ha girovagato tra le webcam del mondo interconnesso di spazi pubblici e privati selezionando istantanee da quel flusso inarrestabile con un semplice clic del mouse. Il suo archivio annovera così un patrimonio di oltre tre milioni di immagini tratte dai più disparati momenti della vita.
In “The Encyclopedia of Kurt Caviezel” sono classificate in ordine alfabetico tutte le sue serie nate dal materiale raccolto appunto negli ultimi quindici anni.
La mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione “The Encyclopedia of Kurt Caviezel” in collaborazione con Rorhof.
Dall’introduzione di Joachim Schmid:
In anni di sorveglianza in linea l’artista ha raccolto una quantità pressoché incredibile di immagini, tutte catturate dalle webcam. Una massa di immagini che in questo caso è assolutamente rilevante perché, come succede per molte raccolte, anche nel suo caso la quantità diventa qualità. Solo la massa consente di identificare modelli ricorrenti. Se la singola immagine è solo divertente, banale o anonima, inserita in una serie di immagini simili diventa un tassello verso la conoscenza. Creando sequenze di istantanee assimilabili, Caviezel mette ordine nel flusso delle immagini.
Le sue serie tipologiche strutturano gli eventi davanti alla telecamera. Nella serie di singole immagini diventano riconoscibili dei modelli che emergono da uno scorrere amorfo e continuo; e questo avviene sia per ciò che succede dinanzi ad un’unica webcam, sia nel confronto tra le immagini di apparecchi che funzionano in modo totalmente indipendente gli uni dagli altri e che nessuno prima aveva mai pensato di accostare. Nessun gestore di webcam aveva mai previsto una cosa del genere, ci riescono solo soggetti di un’altra intelligenza.
I ragni hanno ad esempio tutt’altro rapporto con le telecamere rispetto agli uomini: nel loro ambiente le webcam non sono che un supporto come tanti altri su cui è possibile tessere una tela. E così un ragno mette in scena davanti alla telecamera uno spaccato di realtà in modo del tutto casuale e spontaneo, che la telecamera trasmette grazie ai suoi automatismi sul nostro schermo. Al ragno poco importa che la webcam sia stata collocata lì in origine per osservare gli elefanti al parco nazionale o per sorvegliare il vano scale al parcheggio.
Anche gli uccelli svolazzano attorno, cercano il cibo e a volte si riposano, preferibilmente lì dove si sentono al sicuro. Un uccello si può posare anche su una webcam e se lo fa in una certa posizione, la sua coda comparirà davanti all’obiettivo. Situazioni non previste né pensate dagli sviluppatori delle webcam, eppure sono diventate usi frequenti di questi oggetti tecnologici. Mancava solo qualcuno che, stando appositamente a guardare, riconoscesse l’attimo favorevole e cogliesse l’immagine di quell’attimo decisivo.
Kurt Caviezel è quel qualcuno; nel suo archivio si trova tutto questo e molto di più. Qui possiamo studiare cosa fanno pioggia, neve o ghiaccio ad una lente esposta alle intemperie, e anche quale sia il comportamento di vacanzieri sessualmente maturi in una piscina o quello degli abitanti di una città in attesa alla fermata del bus.
Ogni webcam è stata installata seguendo una qualche idea; per uno è un’intenzione, altri hanno uno scopo preciso, e tutte queste idee, intenzioni, obiettivi diventano tuttavia secondari nel momento in cui si guardano le immagini prodotte dalle webcam nel loro insieme. L’enciclopedia della visione automatizzata, selezionata e organizzata con cura, svela un insospettato valore aggiunto visivo che Caviezel ha attinto dal flusso infinito delle immagini che si generano ininterrottamente e che immediatamente cadono nell’oblio.