Upcoming exhibition: Violent Images – Broomberg & Chanarin, Eva Leitolf, Letizia Nicolini, Sophia Rabbiosi, Viola Silvi

Inaugurazione: 4.10.2025, 6 p.m.
Mostra: 7.10. – 8.11.2025
Book launch: 28.10.25, 6 p.m.
A cura di Eva Leitolf e Giulia Cordin
In collaborazione con unibz, Studio Image, A/POLITICAL, BAW

Violent Images – Broomberg & Chanarin, Chopped Liver Press, 2019, Exhibition by Foto Forum, Bolzano/Bozen (Italy), 2025

La mostra Violent Images esamina aspetti urgenti e implicazioni della rappresentazione visiva della violenza. Le immagini violente fanno parte della nostra vita e plasmano il modo in cui percepiamo il mondo. Possono rappresentare la violenza in modo diretto, oppure il loro potenziale violento può emergere in relazione alla produzione, diffusione o fruizione. Queste considerazioni aprono ad una serie di domande: Dove inizia la violenza nell’immagine e dell’immagine? Che cosa rende un’immagine violenta? Chi lo decide, e in quale contesto? In che modo le tecnologie di produzione e i canali di distribuzione influenzano il rapporto tra immagine e (l’esercizio della) violenza? E come affrontano gli artisti la questione della violenza e del potenziale violento delle tecnologie visive?

Le opere in mostra esplorano forme di violenza visiva sottili piuttosto che esplicite e i loro contesti, con l’obiettivo di indagarne l’impatto culturale, sociale e politico. Resistono a una lettura immediata e a una visibilità totale, evitando così il rischio di spettacolarizzare la sofferenza o la marginalità. In modi diversi si pongono come contro-immagini – lasciando intenzionalmente spazi produttivi nelle narrazioni visive. Interrompono la presunta neutralità dello sguardo, attivando uno spazio di dubbio, riflessione e responsabilità nel guardare. Tutti i contributi mettono criticamente in discussione concetti visivi consolidati ed emergenti di violenza, suggerendo che il nostro rapporto con essi è intrinsecamente politico e più urgente che mai.

Broomberg & Chanarin
Chopped Liver Press, 2019
Poster, serigrafia su carta di giornale, 56 × 35 cm

Chopped Liver Press è stata fondata dagli artisti Adam Broomberg e Oliver Chanarin per pubblicare edizioni limitate di libri e poster. I poster in mostra sono realizzati a partire da pagine selezionate dell’International New York Times e stampati a mano da Broomberg & Chanarin nel loro studio londinese. Ogni citazione appare su 100 fogli diversi, formando così un’edizione di 100 opere uniche. 
La mostra presenta una selezione curata di poster provenienti da varie serie. Ognuno contiene una citazione specifica, che traccia una linea temporale di influenze e idee che hanno plasmato il pensiero degli artisti. Attraverso l’accostamento di citazioni durature e titoli effimeri di giornale, le opere esplorano la tensione tra ideali e realtà quotidiane.

Eva Leitolf
Postcards from Europe: Work from the ongoing archive, dal 2006
Stampe pigmenti d’archivio su pannelli, 68,6 × 83,5 cm, mensola, cartoline

Violent Images – Eva Leitolf, PfE0017-ES-030106 Ladders, Melilla 2006, Exhibition by Foto Forum, Bolzano/Bozen (Italy), 2025

In Postcards from Europe Eva Leitolf indaga i modi in cui l’Unione Europea gestisce i suoi confini esterni e i conflitti interni ad essi associati, mettendo in relazione immagini di luoghi con testi frutto di un’attenta ricerca sugli eventi migratori che lì hanno avuto luogo. Il progetto non si concentra sulla sofferenza dei coinvolti – già ampiamente documentata – bensì su come la Comunità Europea si rapporta a quella sofferenza, amministra i migranti senza documenti e cerca di rafforzare il controllo delle sue frontiere esterne.
 Le cartoline di testo che accompagnano ogni immagine attingono a fonti diverse, come articoli di giornale, rapporti di polizia e comunicati stampa. Questi materiali costituiscono solitamente il punto di partenza per la ricerca di Leitolf e plasmano i suoi itinerari di lavoro sul campo. Durante i viaggi l’artista tiene un diario e sul posto parla con persone legate agli eventi: migranti, rifugiati, lavoratori stagionali, attivisti, sindacalisti, politici locali, guardie di frontiera. Più tardi, queste voci e fonti raccolte confluiscono nei testi delle cartoline.

Letizia Nicolini
Unmarked, 2025
Video con immagini generate dall’IA e audiodescrizione

Violent Images – Letizia Nicolini, Unmarked (11.09.2024), 2025, Exhibition by Foto Forum, Bolzano/Bozen (Italy)

Unmarked è concepito come una serie di immagini generate dall’IA, ognuna presentata con la data di caricamento e una audiodescrizione sempre generata dall’IA, riprodotte in sequenza in loop. Le immagini sono screenshot di rappresentazioni visive pubblicate sui canali social  dell’attuale Presidente degli Stati Uniti e identificate dall’artista come generate dall’IA. Nicolini le ha raccolte intenzionalmente, osservando che né Meta né gli amministratori dell’account le avevano etichettate come tali.

Sophia Rabbiosi
Immagini di repertorio, 2018
Stampe inkjet, 65 × 93 cm, Pubblicazione, 94 pagine, 21 × 26 cm

Violent Images – Sophia Rabbiosi, Immagini die repertorio, 2018, Exhibition by Foto Forum, Bolzano/Bozen (Italy) 2025

Immagini di repertorio analizza l’uso di una stessa immagine stock da parte di diversi canali d’informazione. Riprendendo il modo in cui un’immagine viene riutilizzata per illustrare eventi diversi, la fotografia è stata ripetutamente stampata e scannerizzata fino a diventare quasi irriconoscibile, sia nel soggetto che nel possibile messaggio: è stata consumata.

Viola Silvi
Crossing These Times, 2025
Ricamo a punto croce su tessuto, ciascuno 24,0 × 19,5 cm

Violent Images – Silvi Viola, Exhibition by Foto Forum, Bolzano/Bozen (Italy), 2025

Nel corso di cinque mesi, dieci notizie online selezionate hanno assunto forma fisica attraverso la pratica del punto croce. Questa antica tecnica compone le immagini creando punti a forma di X di circa 3 mm, cuciti a mano con ago e filo su tessuto. La lenta successione dei punti richiede molto tempo per completare la rappresentazione del soggetto scelto. A causa di questa lentezza, la copia dei titoli e delle immagini delle notizie in costante aggiornamento diventa un compito impossibile, dando vita ad una serie di opere inevitabilmente incomplete.
 Il lavoro metodico del punto croce mette in discussione l’esperienza di leggere le notizie ogni giorno e vederle cambiare continuamente. La simultaneità di molti eventi lascia la sensazione che numerose questioni irrisolte rimangano indietro e che l’unica possibilità sia spostare lo sguardo verso ciò che viene dopo.

 

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